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Come comportarsi in caso di un attacco di cuore?
Categoria: Prevenzione
È una delle malattie più temute, perché compare all’improvviso
L’infarto è una malattia seria e grave dal punto di vista medico per il rischio di morte: le cause cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte al mondo.
Il sintomo premonitore più facilmente riconoscibile dell’infarto è il dolore, spiega il dott. Angelo Bruno Ramondo specialista in Cardiologia presso la Casa di Cura Villa Maria. Si tratta di un dolore abbastanza tipico, localizzato nella parte bassa del torace, dietro lo sterno, caratterizzato da un senso di oppressione che dura alcuni minuti.
Può irradiarsi verso la base del collo, alla spalla, al braccio sinistro e può presentarsi in concomitanza di mancanza di respiro e sudorazione accompagnata da una sensazione di spossatezza.
La sua comparsa è strettamente legata ad una malattia delle coronarie, l’aterosclerosi coronarica, che causa un restringimento delle arterie che portano sangue al muscolo cardiaco, ponendolo così in condizioni di non ricevere una adeguata quantità di sangue.
L’infarto colpisce maggiormente gli uomini di età compresa tra i 45 e i 65 anni che si trovano in una delle seguenti condizioni: sforzo fisico eccessivo, stress emotivo, crisi ipertensiva, anemia importante, aritmia cardiaca e alcune cardiopatie.
Per quanto riguarda le donne, la fascia di età a rischio si presenta dopo i 55 – 60 anni, specie nel caso in cui sia presente un eccessivo aumento della pressione arteriosa, della glicemia e del peso corporeo.
I fattori di rischio più importanti sono quelli familiari, legati a fattori costituzionali e quelli derivanti da cattive abitudini come il fumo, l’obesità, il diabete e l’ipertensione. È importante soprattutto per quest’ultima tipologia dedicarsi alla prevenzione e alle eventuali cure.
Nel caso in cui si abbia un infarto, consiglia il medico, è fondamentale intervenire in maniera tempestiva: prima si arriva in ospedale, meglio è.
I primi 60-90 minuti sono determinanti per “salvare il paziente”: con un intervento rapido si ha un danno minore al muscolo cardiaco abbassando contestualmente anche il rischio di mortalità.
La modalità di intervento dipende dalla patologia che si tratti di angina o di un infarto miocardico acuto e andrà a incidere direttamente sui tempi di recupero e l’eventuale percorso riabilitativo.