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La Magnetoterapia per la riabilitazione
Categoria: Patologie e Cure
Magnetoterapia: cos’è e come può essere utilizzata
La Magnetoterapia è una terapia alternativa che utilizza onde elettromagnetiche di bassissima frequenza. Le bande che vengono utilizzate sono l’ELF (Extremely Low Frequency) e in alcuni casi l’ULF (Ultra Slow Frequency). Solitamente questa metodica di trattamento viene utilizzata in fisioterapia attraverso l’utilizzo di varie strumentazioni: la più nota è rappresentata da un conduttore metallico avvolto da una serie di spire, detto solenoide, percorso da una corrente variabile. La magnetoterapia si può applicare con un solo solenoide, applicazione più semplice che permette di ottenere un campo magnetico esteso a tutta la lunghezza del solenoide ed espanso ai suoi estremi, o con una coppia di solenoidi.
I dispositivi utilizzati producono per induzione campi magnetici, la cui forma, dimensione e variabilità dipendono essenzialmente delle caratteristiche del segnale elettrico di pilotaggio. I campi magnetici erogati vengono definiti CEMP (Campi Elettromagnetici Pulsanti) o PEMFs (Pulsed Electro Magnetic Fields), mentre i segnali elettrici impiegati per la generazione del campo magnetico sono vari, i più sperimentati sono il segnale elettrico di forma rettangolare e il segnale semi-sinusoidale.
Le frequenze utilizzate variano in base allo scopo del trattamento, le frequenze più basse vengono utilizzate per scopi stimolanti, mentre le alte frequenze per fini analgesici.
Magnetoterapia: per quali patologie si può usare?
La magnetoterapia come abbiamo visto in precedenza può essere applicata secondo diverse modalità in base alla condizione che deve essere trattata.
Solenoide a tunnel: indicato per il trattamento di una regione corporea che non presenta lesione ben localizzate. Trova dunque applicazione in patologie prive di direzioni spaziali preferenziali, quali osteoporosi, fratture complesse e ramificate di bacino o altri distretti ossei, rachialgie e edemi diffusi. L’intensità del campo magnetico varia in base alla dimensione del tunnel, tanto maggiore è il diametro della bobina, tanto minore è la densità d’energia.
Solenoide a disco: utilizzato per il trattamento di patologie localizzate e di strutture corporee poco profonde, come ad esempio ulcere da decubito o lesioni di tronchi nervosi superficiali. Anche in questo caso la dimensione del disco influenza le caratteristiche del campo magnetico.
Due solenoidi contrapposti e paralleli: questa metodologia è indicata per condizioni quali fratture ossee lineari o interruzioni di tronchi nervosi. In questo caso ricopre grande importanza il corretto posizionamento dei solenoidi che dovrebbero essere il più paralleli possibili e il meno distanti dalla lesione.
Quanto dura un trattamento con magnetoterapia?
Il tempo di trattamento con magnetoterapia varia molto in funzione della patologia che deve essere trattata. Per patologie ortopediche classiche come la pseudoartrosi o l’osteoporosi, vengono richieste dalle 4 alle 8 ore di trattamento al giorno per cicli di un mese. In caso di patologie dolorose vengono consigliati tempi di trattamento più limitati da 30 – 60 minuti al giorno per un ciclo di 20 giorni.
Ci sono controindicazioni alla magnetoterapia?
Alcuni pazienti con patologie o condizioni pregresse dovrebbero evitare di esporsi a tale trattamento.
Pazienti portatori di pacemaker cardiaco o altri elettrostimolatori: le delicate apparecchiature potrebbero subire danni alla struttura o al software
Pazienti affetti da patologie tumorali attive: soprattutto in casi di leucemia o similari, in quanto sono patologie che si contraddistinguono da un anomalo e accelerato metabolismo osseo, che potrebbe essere accentuato dal segnale elettromagnetico.
Pazienti che presentano fenomeni di intolleranza alla terapia con campi magnetici come sonnolenza, irrequietezza, insonnia e nausea.