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La tecnica mini invasiva AMIS nella cura dell’artrosi dell’anca
Categoria: Chirurgia
Dalla chirurgia ortopedica una nuova alternativa meno dolorosa e con una riabilitazione più rapida
L’artrosi dell’anca rappresenta una delle patologie che colpiscono maggiormente le donne, anche a causa dei cambiamenti ormonali e dell’arrivo della menopausa.
Il motivo principale è l’artrosi primaria, ma possono incidere anche altri fattori secondari come l’età (oltre i 65 anni), l’obesità, le caratteristiche genetiche, il sovraccarico funzionale e il diabete.
Il manifestarsi dell’artrosi secondaria può dipendere da alterazioni dell’asse anatomico, displasia, conflitto femoro-acetabolare, esiti di fratture o lussazioni e artriti croniche che innescano un processo degenerativo doloroso, limitando la mobilità e peggiorando la qualità di vita del paziente.
Il medico provvede quindi a sottoporre il paziente agli esami e accertamenti necessari e nel caso in cui lo ritenga opportuno si ricorre alla chirurgia.
La ricerca ortopedica ha sviluppato una nuova tecnica di chirurgia mininvasiva (tecnica AMIS), che presenta numerosi vantaggi come, ad esempio, il risparmio del patrimonio osseo e la conservazione dei tessuti periarticolari (muscoli, vasi e capsula).
Presso la Casa di Cura Villa Maria questa particolare tecnica viene eseguita in via mininvasiva mediante accesso anteriore che non prevede il distacco di tendini e muscoli, riducendo così il dolore postoperatorio, originando minore perdita di sangue e con una cicatrice cutanea di dimensioni ridotte. Inoltre, è possibile iniziare la riabilitazione in tempi rapidi con assenza di zoppia nel breve e lungo periodo favorendo una precoce ripresa delle attività quotidiane.
Impiegando il robot Mako Stryker durante l’esecuzione è possibile effettuare un posizionamento più accurato, replicando in maniera precisa la naturale anatomia dell’anca e contribuendo ad una maggiore preservazione del patrimonio osseo, che contribuisce alla maggiore sopravvivenza dell’impianto.